Analizziamo la situazione a fronte degli ultimi dati disponibili e vediamo perché questo periodo rappresenta un orizzonte temporale importante per fare un buon investimento.
Quando si valuta un investimento all’estero è fondamentale essere informati sui più recenti trend economici e quando si tratta di investire nell’immobiliare USA, questa buona norma assume un valore particolarmente rilevante. Il buon investitore deve infatti tenere conto di alcuni elementi chiave legati alla dinamicità del sistema statunitense che lo rendono unico.
Nell’ottica di investire nell’immobiliare USA al meglio, la buona analisi dell’investitore deve considerare vari campi dell’azione USA, dalla politica governativa e locale, fino alle stesse scelte che il singolo americano medio compie quotidianamente.
In questo articolo andremo ad analizzare in 3 punti le possibilità che si presentano agli investitori in questi giorni, sulla base delle recenti notizie provenienti da oltreoceano.
Dall’analisi dei dati disponibili, possiamo affermare che si stanno concretizzando diverse condizioni propizie che vanno attentamente valutate da chi stia pensando di investire nell’immobiliare USA per la prima volta, o da chi possegga già un portafoglio di investimenti e voglia incrementare le proprie rendite, oppure semplicemente diversificare.
Già in passato, noi di OPISAS avevamo affrontato in un articolo del nostro blog l’impatto sociale ed economico delle diverse crisi attraversate negli anni passati dagli Stati Uniti. Dalle analisi effettuate, quella emersa negli anni è una rilevante capacità, ormai propria degli Stati Uniti d’America: quella di riuscire a riprendersi dalle crisi in modo quasi esplosivo e di trasformare le difficoltà in nuove possibilità con una velocità degna di nota. È proprio grazie a questa capacità, oltre che alla trasparenza dei processi, che molti investitori decidono di investire nell’immobiliare USA.
Il dinamismo tipico americano non ci lascia sorpresi: già in passato avevamo analizzato questa capacità di rimbalzo parlando del “rinascimento di Detroit”, città che nel 2013 aveva dichiarato bancarotta e che oggi, invece, è sede di importanti aziende appartenenti alla lista delle Fortune500 e Fortune1000.
L’esempio di Detroit è esemplificativo della grande resilienza, tutta statunitense: all’inizio del secondo decennio, numerose strade di Detroit erano, per esempio, totalmente prive di illuminazione.
Già nel 2014, anno successivo alla crisi, la città esce dal default e grazie a un attento programma di riqualificazione, in un solo anno diventa la prima metropoli americana per illuminazione pubblica a led e vengono intrapresi lavori di ristrutturazione urbanistica che ancora oggi mirano a rendere la città una meta di forte interesse, sia per le grandi aziende che per il singolo investitore interessato a investire nell’immobiliare USA.
Passeggiando oggi per le strade di Detroit, l’impressione che si ha è completamente diversa: il centro finanziario riammodernato e le zone residenziali completamente riqualificate rendono il mercato immobiliare sempre più allettante.
Inutile dire che questi interventi hanno generato molto interesse su chi volesse investire nell’immobiliare USA e anche noi di OPISAS, già da qualche anno abbiamo deciso di investire nel rilancio di questa città.
Gli investitori che oggi allocano il proprio capitale sul mercato residenziale di Detroit, possono godere di rendite nette da locazione molto interessanti, a volte fino al 10% netto all’anno. Oltre a ottime prospettive di plusvalenza nel medio-lungo periodo, visto il prezzo ancora accessibile degli immobili.
Vediamo quindi come seguire l’esempio di chi oggi investe su Detroit, ad esempio, e analizziamo quali sono i 3 fattori per i quali investire nell’immobiliare USA:
1) Vaccinazioni
Biden l’ha chiarito fin dal principio del suo mandato: la priorità assoluta sono le vaccinazioni. Certo, tutto il mondo ci ha creduto, ma sicuramente non si aspettava che ad oggi più di 90 milioni di americani avessero già ricevuto almeno la prima dose di vaccino.
Se vi sembra che tutto ciò sia già di per sé sufficiente, beh, sedetevi comodi perché c’è dell’altro; in un discorso tenuto lo scorso 2 marzo alla Casa Bianca, il Presidente ha fornito un quadro temporale ben preciso: molto presto, gli Stati Uniti avranno a disposizione così tante dosi da riuscire a vaccinare tutti i cittadini americani adulti entro la fine di maggio.
Tutti questi dati, hanno avuto certamente un impatto di non poco conto sui mercati internazionali e in generale su chi stia valutando di investire nell’immobiliare USA. Se tale auspicio diventerà realtà, come riteniamo probabile, tutto ciò innescherà un effetto domino che rafforzerà ulteriormente la presenza globale degli USA. Inoltre, uscendo prima dalla pandemia, gli Stati Uniti saranno i primi a rimettere in moto la loro macchina e a tornare alla normalità. È da considerarsi che, ad oggi, il 25% della popolazione ha già ricevuto il vaccino e il ritmo supera i 2 milioni di persone al giorno. Le azioni concrete verso l’uscita dalle restrizioni si sono inoltre già applicate in stati come il Texas (dove non vige più l’obbligo di mascherina) e in California, dove le riaperture si stanno allargando molto rapidamente a diverse contee. Da sottolineare anche la riapertura programmata di cinema e teatri a New York, un segnale positivo per l’industria dell’intrattenimento.
2) Piano di stimoli
Oltre ad affrontare la questione legata al Covid19, l’amministrazione Biden ha chiarito anche chi sarà il destinatario principale delle manovre politiche ed economiche messe in atto dall’inizio del mandato: il cittadino americano medio.
Seguendo i dettami dei grandi dell’economia in stile New Deal, Biden mira ad aiutare direttamente i cittadini con delle azioni che seguono diverse direttrici, dal contrasto alla disoccupazione, fino all’aumento diretto dei salari. Si prevede infatti che gli aiuti arriveranno a tre quarti della popolazione americana. Il tono di voce utilizzato esprime un’attenzione ai bisogni e alle crescenti difficoltà attraversate dal ceto medio, definito da Biden stesso “il nerbo della democrazia”. Dalle ultime notizie disponibili, il piano di stimoli prevede aiuti per 1900 miliardi di dollari, erogati secondo questa politica. Si parla di 1.400 dollari a persona fino alla soglia di 75 mila dollari all’anno: è il terzo assegno governativo dall’inizio della pandemia. Il primo aveva messo in tasca a quasi tutti i cittadini americani 1.200 dollari, più altri 600 dollari lo scorso dicembre.
Se si pensa di investire nell’immobiliare USA, bisogna tenere in considerazione che gli aiuti economici al singolo americano avranno un impatto diretto sulla regolarità del pagamento degli affitti. La casa rappresenta pur sempre il bene primario per antonomasia.
Incisive anche le manovre sulla disoccupazione che, dati alla mano, hanno portato ad una chiusura del mese di febbraio con +379.000 occupati americani. Questo è un grande segnale di fiducia nella ripresa e il fatto che 355.000 posti di lavoro riguardino il settore del tempo libero e dell’ospitalità, fa credere che gli imprenditori statunitensi si stiano preparando concretamente a riabbracciare la normalità in breve tempo.
3) Andamento del dollaro
Si sa, con dichiarazioni e azioni concrete di questo tipo, fatte peraltro direttamente dal Presidente degli Stati Uniti, in questi i giorni tutti i mercati hanno le orecchie tese e mostrano una particolare sensibilità. Non è da escludere che nei prossimi mesi il dollaro si possa riapprezzare nei confronti delle altre principali valute mondiali.
In conclusione, andiamo a vedere concretamente come si sta comportando il mercato residenziale USA, in particolare in Florida (il primo mercato per investimenti immobiliari fatti da stranieri) e cosa dicono gli ultimi dati a chi sta pensando di investire nell’immobiliare USA.
Le ultime statistiche di FloridaRealtors® hanno messo a confronto gennaio 2020 con gennaio 2021 e ciò che è emerso è un incremento del 18% delle compravendite concluse rispetto all’anno scorso. Secondo questi dati, pare che per vendere un immobile occorrano in media 19 giorni in meno rispetto all’anno scorso (- 21.6%) e ciò è anche dovuto alla minore disponibilità di immobili in inventario. La “corsa alle case” è causata anche dal fatto che la disponibilità di proprietà in vendita (Active Listings) si è dimezzata e, se i numeri seguiranno questi ritmi, l’inventario attuale potrebbe azzerarsi in poco più di un mese e mezzo.
I dati più recenti portano quindi a ritenere che investire nel mercato residenziale USA possa essere un ottimo investimento immobiliare all’estero.
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