Dove investire nel 2025 per realizzare il miglior investimento
Negli scorsi aggiornamenti abbiamo individuato il miglior investimento 2025, al netto dei più probabili scenari economici e geopolitici ipotizzabili, e per offrire una guida su Dove investire nel 2025 abbiamo confrontato l’immobiliare a reddito statunitense con le altre opportunità che un investitore ha di fronte a sé. In questo modo abbiamo esplorato analogie e differenze, vantaggi e svantaggi, rispetto agli altri possibili investimenti 2025: economia reale, azioni, obbligazioni, fondi, ETF azionari, ETF obbligazionari, materie prime, oro e altri beni rifugio, Bitcoin e altre criptovalute, immobili non a reddito e immobili a reddito in altre nazioni. Il confronto ha confermato che, non potendo fare previsioni certe, l’immobiliare a reddito statunitense è il migliore degli investimenti 2025.
Investimenti 2025 dopo i festeggiamenti post-elettorali, Trump Trade e rally di fine anno
La vittoria di Donald Trump è stata salutata con nuovi record da Wall Street. Il risultato è l’effetto composto di due fenomeni connessi tra loro ma indipendenti.
Da un lato si tratta del Trump Trade ovvero della crescita del valore di tutte quelle azioni e quei comparti azionari che saranno, con ogni probabilità, favoriti dalla vittoria del Tycoon. Il caso più emblematico è Tesla (+15% all’indomani della vittoria del candidato sostenuto da Elon Musk) e ci sono interi settori come quello petrolifero – favorito da minori vincoli ambientali, l’industria manifatturiera – favorita da un inasprimento dei dazi, e quello bancario-finanziario – favorito da una annunciata deregulation. Di contro, risultano sfavorite Apple, che in Cina ha buona parte della sua catena del valore e sarebbe danneggiata dai dazi (anche Tesla ma questo è stato ignorato fin ora dai mercati), tutto il comparto clean energy o green energy, come pure il farmaceutico con l’annunciata nomina a ministro della Salute di Robert F. Kennedy Jr.
Dall’altro lato la vittoria di Trump è stata netta e il nuovo esecutivo, che si insedierà dal 20 Gennaio 2025, può contare sulla maggioranza sia alla Camera sia al Senato. Uno scenario così non può che essere salutato con favore dai mercati, da sempre avversi all’incertezza.
Inoltre, questo rally post-elettorale si andrà a sommare nelle prossime settimane con il probabile rally di fine anno. Questo fenomeno si verifica frequentemente nel mese di Dicembre per via del concatenarsi di alcuni fattori: investitori a caccia dell’affare per sfruttare il l’effetto Gennaio, mercati che tendono a salire anticipando un buon andamento dei consumi durante il periodo natalizio, gestori dei fondi che bilanciano i portafogli prima della fine dell’anno e piccoli risparmiatori che decidono di investire i bonus di Natale sui mercati.
Tutto questo alza notevolmente l’asticella creando grandi aspettative che difficilmente il nuovo inquilino della Casa Bianca riuscirà a mantenere. Inoltre, come ricorda chi investe da qualche anno, ogni deregulation ha dato vita, prima o poi, a un surriscaldamento dei mercati poi seguito da una fase critica. Talvolta, si tratta di un semplice ma deciso ritracciamento e, talvolta, di una vera e propria crisi per cui ai mercati servono mesi se non anni per recuperare i valori precedenti. Proprio come accaduto nel 2008. Per queste ragioni è molto difficile che gli investimenti 2025 più remunerativi siano nell’azionario (singoli titoli, fondi azionari o ETF azionari).
Bitcoin sempre più in bolla
Ancora più di Tesla e dei settori favoriti dal Trump Trade, il grande “vincitore sui mercati” a seguito della vittoria di The Donald è stato il Bitcoin, riuscendo a sfondare quota 100.000$. Inutile ricordare che, a differenza di una valuta che esprime l’economia di una nazione (es. gli Stati Uniti) o di un’area (es. L’Unione Europea), le criptovalute non hanno sottostante, quindi, il loro valore è determinato unicamente dal rapporto domanda/offerta. Non possono, per tanto, essere esclusi crolli come quelli avvenuti nel 2018, nel 2021 e nel 2022 o che Bitcoin e i suoi fratelli facciano la fine degli NTF, anche a seguito di provvedimenti legislativi, fiscali o per il fallimento dell’ennesimo crypto-exchange. Difficile per tanto che i migliori investimenti 2025 siano Bitcoin e altre criptovalute, mentre è altamente probabile che saranno gli investimenti 2025 più volatili.
Investimenti 2025: la necessità di giocare in difesa
Lo scenario fin qui descritto con una forte volatilità sempre più certa e una crisi mai così probabile ci suggerisce che gli investimenti 2025 debbano essere difensivi. Il primo pensiero va, quindi, all’oro, primo tra tutti i beni rifugio, che però ha risposto all’elezione di Donald Trump deprezzandosi. Per comprendere questa reazione va considerato che dai poco più 2,000 dollari/oncia di Gennaio 23, il metallo giallo ha raggiunto – spinto dalle incertezze e da 2 conflitti in corso – alla vigilia delle elezioni USA, il suo record massimo a 2,783 dollari/oncia. Naturalmente, è impossibile fare previsioni ma con ogni probabilità oro e altri metalli preziosi non saranno gli investimenti 2025 per eccellenza.
Restando sugli investimenti 2025 difensivi, si potrebbe guardare alle obbligazioni. I bond, soprattutto quelli governativi offrono ancora buoni rendimenti per effetto dei tassi alti. Va, però, tenuto presente che il debito di buona parte degli Stati, tra cui gli Stati Uniti, appare sempre più fuori controllo. Il debito statunitense ha, infatti, raggiunto i 35 mila miliardi di dollari, con un deficit annuale di 1.800 miliardi di cui 1.100 miliardi circa di interessi sui debiti precedenti. E, nonostante siamo ormai in una fase espansiva con la FED che ha tagliato il proprio tasso più volte nel 2024, il tresury statunitense già prima della vittoria del Tycoon è sceso sotto i valori con cui aveva aperto il 2024, offrendo rendimenti maggiori, quindi maggiori interessi che gravano sul bilancio USA. E le cose non vanno meglio nel resto del Mondo, visto che persino il Bund tedesco, potrebbe chiudere il 2024 a valori inferiori o uguali a quelli con cui aveva aperto l’anno, nonostante numerosi tagli della BCE. In più va considerato che in caso di tensioni tra Stati Uniti e Cina – sempre più probabili per via dei dazi commerciali e/o per un aggravarsi della situazione a Taiwan – il Paese del Sol Levante potrebbe attaccare l’antagonista vendendo o meglio svendendo titoli di stato USA. E, come si è visto all’epoca della crisi del debito sovrano nel biennio 2011-2012 e già prima nel 2008, le crisi sono molto contagiose e non conoscono confini nazionali e geografici. Possiamo per tanto affermare che le obbligazioni non saranno gli investimenti 2025 che cerca l’investitore per assicurarsi il miglior rendimento con la minore volatilità.
Esistono altri investimenti 2025 di natura difensiva? L’immobiliare a reddito corrisponde a questa descrizione:
- assicura una redditività certa, data dagli affitti
- il valore dell’immobile e la redditività tendono a crescere insieme nel tempo per effetto dell’inflazione
- il mercato immobiliare è molto meno volatile dei mercati finanziari
- ogni investimento immobiliare ha un sottostante fisico, dal valore praticamente intrinseco
- la redditività è legata all’economia reale (ovvero agli stipendi di chi vi abita)
Per queste ragioni, gli Stati Uniti sono il miglior mercato immobiliare dove fare questi investimenti 2025 in immobili a reddito. Il PIL è in crescita (circa 3 volte più della media europea), l’inflazione è ancora alta, seppure sotto controllo e, anche in situazioni di forte stress, come quando nel 2023 i tassi di interesse sono andati alle stelle, i valori immobiliari hanno registrato una bassa volatilità. In più la legislazione tutela i proprietari, anche se stranieri, rispetto agli inquilini morosi.
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