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Harris-Trump: cosa cambia per chi vuole investire negli Stati Uniti

18. Settembre, 2024
Harris-Trump

Come le elezioni del 5 novembre 2024 cambiano lo scenario per l’investitore, in particolare per quello non statunitense

Occhi puntati sullo scontro Harris-Trump. Dopo il dibattito del 10 settembre la sfida appare aperta e si giocherà per una manciata di voti negli Stati chiave. A guardare con attenzione al confronto Harris Trump sono, naturalmente, i cittadini statunitensi, i politici di tutto il Mondo, gli appassionati di politica e geopolitica internazionale e anche tutti coloro che desiderano investire negli Stati Uniti.

Se l’esito è quanto mai incerto, quello che è certo che chiunque vinca, gli Stati Uniti non saranno più gli stessi (quindi, non lo sarà il Mondo intero). Sì, perché il duello Harris-Trump rappresenta lo scontro tra due modelli di società. Questo su tantissimi temi tra cui, naturalmente, l’economia.

Cosa cambia se vince Trump per chi vuole investire negli Stati Uniti

Il primo a mettere l’economia al centro del dibattito presidenziale è stato Donald Trump, già contro Biden. Il tycoon accusava l’attuale Presidente di aver lasciato un Paese con l’inflazione alle stelle e minimizzava i risultati in termini di crescita del PIL e disoccupazione ai minimi.

Con il cambio in corsa dello sfidante, The Donald è tornato a battere sui suoi cavalli di battaglia e sull’America first erede del suo America great again. Le sue ricette economiche sono il prodotto del mix tra conservatorismo fiscale, nazionalismo economico e deregolamentazione.

Quello che possiamo aspettarci, se lo scontro Harris-Trump fosse vinto dal secondo, sono politiche analoghe a quelle messe in pratica durante il suo primo mandato:

  • tagli fiscali come nel Tax Cuts and Jobs Act del 2017, che ha ridotto l’imposta sulle imprese dal 35% al 21% con alleggerimenti fiscali anche per i cittadini allo scopo di stimolare consumi e investimenti interni
  • dazi e tariffe sui beni importati, in particolare dalla Cina, per proteggere l’economia degli Stati Uniti e riportare a casa importanti produzioni manifatturiere, a beneficio della classe operaia sempre meno numerosa negli USA
  • deregolamentazione in settori chiave come energia, finanza e ambiente
  • espansione delle energie fossili per garantire l’indipendenza energetica degli Stati Uniti

Le grandi corporation, le persone più ricche e gli investitori più grandi sembrano i principali beneficiari di una vittoria firmata Donald Trump. A questi si aggiungono coloro che beneficeranno indirettamente dell’applicazione su larga scala della teoria alla base della Curva di Laffer, da sempre cara ai Repubblicani.

Cosa cambia se vince Kamala Harris per chi vuole investire negli Stati Uniti

Forte degli ottimi risultati economici della presidenza Biden (inflazione a parte), Kamala Harris punta a rafforzare la sicurezza economica e finanziaria delle famiglie, superando e non di poco le scelte dell’attuale Presidente.

Si va dal divieto federale di rincari sui prodotti alimentari allo stop sul caro affitti, dagli incentivi all’acquisto della casa al taglio delle tasse sulle mance. Incentivi anche per le famiglie con un neonato e rinnovo del Child tax credit voluto da Biden e scaduto nel 2021.

Il piano economico che la candidata democratica promette di mettere in campo già nei suoi primi 100 giorni è diametralmente opposto a quello del suo avversario:

  • colpire le grandi corporations, dai giganti alimentari a Big Pharma per aiutare le famiglie americane a rialzarsi
  • tasse invariate per chi guadagna meno di 400.000 dollari l’anno e aumenti per chi supera questa soglia a beneficio degli strati più bassi della popolazione
  • 25.000 dollari di sussidio per l’acquisto della casa
  • 6.000 dollari ai genitori nel primo anno di vita di un bambino
  • dazi da applicare con moderazione per evitare che il tentativo di proteggere le produzioni statunitensi si trasformi in prezzi più alti per i consumatori americani
  • piuttosto che una deregulation a favore delle aziende, l’attuale Vice-Presidente propone di tagliare le inutili lungaggini burocratiche

Beneficiaria diretta delle proposte di Kamala Harris è la classe media perché, come ha sostenuto la candidata, “quando la classe media è forte, l’America è forte”.

Cosa cambia e cosa no in caso di vittoria di Kamala Harris o di Donald Trump?

Se è evidente che chiunque vinca lo scontro Harris-Trump l’America non sarà più la stessa, al tempo stesso è difficile comparare vantaggi e svantaggi per chi, magari straniero, vuole investire negli Stati Uniti. Da una parte il taglio delle tasse e la deregulation e dall’altra un ceto medio più forte e una maggiore sicurezza finanziaria ed economica disegnano un Paese, in entrambi gli scenari, più attrattivo per chi vuole investire in America.

Se prendiamo l’esempio – per rimanere in tema con questo sito – di un investitore straniero che decida di investire negli Stati Uniti acquistando un immobile da affittare, costituendo una società statunitense, da un lato abbiamo la possibilità di una pressione fiscale ancora inferiore (per quanto già bassa negli USA per le aziende, rispetto al resto del mondo), se vincessero i repubblicani. Mentre dall’altra, se vincessero i democratici, c’è la probabilità di inquilini più solvibili e quella di incentivi all’acquisto che possono far crescere nel lungo periodo i valori degli immobili, generando plusvalenze.

Che vinca uno o l’altro, investire negli Stati Uniti, sarà ancora più conveniente. E ne beneficeranno anche coloro che, nonostante l’imprevedibilità sull’esito del duello Harris-Trump, avranno investito nelle settimane e nei mesi precedenti alle elezioni del 5 novembre, sfruttando a proprio vantaggio l’incertezza. Incertezza che negli ultimi mesi si è legata agli alti tassi (destinati a essere tagliati dalla FED con lo scendere dell’inflazione) che ha tenuto fuori dal mercato molti potenziali acquirenti.

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